Medea nell'antichità


Tra le opere più rilevanti è presente la Medea di Euripide, all'interno della quale la donna viene presentata come la barbara che ha lasciato la patria pur di seguire Giasone a Corinto, luogo in cui, in quanto donna e in quanto straniera, non ha alcun diritto; sentendosi tradita dal marito, si spinge (per la prima volta in tutta la storia letteraria) fino al gesto estremo dell'uccisione dei figli. Nelle Argonautiche di Apollonio Rodio, invece, è la fanciulla ingenua che viene investita dell'amore per Giasone. Il sentimento vince sul rispetto per la famiglia e per la patria, tanto da indurla ad aiutare lo straniero a superare le prove alle quali lo sottopone proprio suo padre Eeta e partire con lui verso una terra sconosciuta.